L’età inizia a farsi sentire o, per meglio dire, pensate di aver lavorato abbastanza e non vedete l’ora di godervi un po’ di meritato riposo; è per questo motivo che aspettate con ansia il momento in cui potrete finalmente staccare la spina e andare in pensione. I dubbi sono però tanti: avrò accumulato abbastanza anni di contributi? Fino a che età devo ancora aspettare? Come posso fare per andare in pensione prima del tempo?  E poi ecco la domanda più importante: a quanto ammonterà la mia pensione?

A quanto ammonta la pensione

Innanzitutto una buona notizia: se siete dipendenti pubblici, statali o del settore privato, oltre alla pensione statale otterrete anche il TFR, ossia il Trattamento di Fine Rapporto. Vi state chiedendo in cosa consiste il TFR? La risposta breve è la seguente: il TFR non è altro che la liquidazione che viene riconosciuta al lavoratore dipendente quando il contratto di lavoro giunge al termine. La riceverete non solo al raggiungimento della pensione, ma anche nel caso in cui il contratto di lavoro dovesse interrompersi.

Oltre al TFR, il quale consiste in un pagamento unico o suddiviso in tre rate, a seconda dell’ammontare della somma, al raggiungimento dell’età pensionabile potrete godere anche della pensione mensile rilasciata dall’Inps. Per conoscere l’ammontare della cifra, potete utilizzare gli strumenti online messi a disposizione dell’Inps per il calcolo pensionistico.

I più previdenti, potranno ricevere anche una seconda pensione integrativa per la quale abbiano pagato i contributi in modo indipendente.

Quando posso andare in pensione

Le regole per il pensionamento cambiano così di frequente che si fa fatica a tenersi aggiornati; da Quota 100 siamo passati a Quota 102, la quale scadrà a fine anno e non si sa se e da cosa verrà sostituita. Anche l’Ape Sociale e Opzione Donna termineranno la loro esperienza nel 2022 e ancora non si sa se verranno prorogate nel 2023.

Rimane naturalmente la pensione di vecchiaia, affiancata dalla pensione di vecchiaia contributiva, mentre la pensione di anzianità è scomparsa già da qualche anno, lasciando il posto alla pensione anticipata e alla pensione anticipata contributiva.

Ognuna di queste pensioni prevede differenze di accesso per quanto riguarda:

  • l’età anagrafica
  • l’anzianità contributiva
  • le categorie agevolate.

Alcune pensioni prevedono inoltre delle condizioni aggiuntive.

Pensione di vecchiaia e pensione di vecchiaia contributiva

Si tratta delle pensioni classiche che non prevedono anticipazioni sull’età pensionabile; la prima permette di andare in pensione ai lavoratori che hanno maturato 20 anni di contributi e hanno raggiunto i 67 anni di età. La pensione contributiva di vecchiaia è invece rivolta ai soggetti che hanno almeno 71 anni di età e 5 anni di contributi.

Pensioni anticipate

La pensione anticipata, evoluzione dell’ex pensione di anzianità, e la pensione anticipata contributiva consentono ai lavoratori di anticipare l’età pensionabile in base al numero di anni contributivi accumulati. In particolare, la prima consente di andare in pensione a qualsiasi età a condizione che si siano versati almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, i quali diminuiscono di un anno per le donne.

La pensione anticipata contributiva può essere richiesta a partire dai 64 anni da chi ha almeno 20 anni di contributi, al netto però di quelli figurativi.

Quota 102

Quota 102, la quale ha sostituito Quota 100, è suddivisa in tre categorie:

  • settore privato
  • settore pubblico
  • lavoratori della Scuola e AFAM.

Età e contributi sono identici, ossia 64 anni con 38 di contributi; a cambiare è il momento da cui decorrerà la pensione.

APE sociale e Opzione Donna

L’APE sociale è rivolta a particolari categorie, come i disoccupati a seguito di licenziamento e gli invalidi civili; queste persone potranno andare in pensione a 63 anni se hanno accumulato almeno 30 di contributi. Per finire, con Opzione Donna le lavoratrici con 35 anni di contributi potranno andare in pensione a 58 anni se dipendenti e 59 se autonome.