Quando si parla di recuperare dati andati persi le persone cadono giustamente nel panico. I dati sono importantissimi, soprattutto per le aziende che ci lavorano e perdendoli subiscono gravi danni. Anche per i professionisti ma anche i privati i dati sono importanti, spesso infatti rappresentano ricordi o documenti utili.

Esistono diversi tipi di dispositivi che contengono i dati. Le persone tendono a conservarli nel proprio smartphone, tablet, computer o hard disk esterno. Oggi però vediamo come recuperare dati da SSD o meglio, come lavorano i professionisti per riuscirci e quali sono i luoghi comuni o le verità su questo tipo di memoria.

Come funziona il recupero dei dati da SSD

C’è chi crede che gli SSD sono più sicuri dei classici hard disk e chi ritiene vero il contrario. La verità come sempre sta nel mezzo. Gli hard disk è vero che hanno tutta la parte meccanica ed è possibile perciò intervenire su lei, è anche vero però il fatto che gli SSD non la abbiano è un vantaggio visto che così non si può danneggiare.

La verità è che, sia l’uno che l’altro, non sono completamente affidabili ed è sempre meglio fare regolari back up dei dati per mantenere la situazione sottocontrollo. Quando infatti non c’è un backup da utilizzare in caso di effettiva perdita dei dati occorre che sia un professionista a intervenire per risolvere tutto.

Gli SSD si, possono avere dei danni elettrici, tuttavia di solito la perdita dei dati è dovuto a errori esterni e i casi più comuni sono lo sbalzo elettrico oltre che il versamento di un liquido sopra. Non è detto però che la causa del danno sia una di queste due, un’altra possibilità non troppo remota è che ci sia un problema del firmware.

Gli SSD poi hanno delle celle di memorie che, con il trascorrere del tempo, vanno un po’ alla volta a rovinarsi. Cosa che inevitabilmente causa la disgregazione dei dati. Errori al disco SSD possono essere provocati anche da una memoria che non viene alimentata per tanto tempo così come da un uso prolungato e impegnativo. Tutto questo può condurre a un numero superiore di errori e di conseguenza alla perdita dei dati. L’errore non porta in automatico alla perdita dei dati però, questo perché c’è una capacità di correzione. Quando questa però è inferiore di numero agli errori ecco che i dati iniziano a subire danni. Il degrato è più o meno veloce in base a quanti bit all’interno di una stessa cella sono archiviati. Più ci sono minori sono i costi di produzione ed ecco perché vengono messi insieme.

Una memoria SSD vive in media dai 5 ai 10 anni, questo varia in base alla tecnologia che viene impiegata.

Per poter recuperare i dati occorre riparare i componenti elettronici o i firmware. Alcune volte però non basta e occorre intervenire sul chip flash per lavorare sui dati gressi e riassemblarli. Non è perciò una questione di marchio o azienda ma proprio della tecnologia SSD.